Contrattura capsulare da protesi mammarie
I SINTOMI di una contrattura capsulare sono:
la mammella diventa più dura al tatto, compare un sollevamento del seno, la mammella appare deformata con modifica nella forma del seno coinvolto, non ha più la forma rotonda ma ovale, vi può essere la parte inferiore della mammella svuotata, seno con protesi incapsulata più sensibile al tatto, compare dolore, dovuto alla contrazione dei nervi sottocutanei.
Cos’è la contrattura capsulare?
La contrattura capsulare è una complicanza secondaria all’impianto di una protesi mammaria, nel contesto di una Mastoplastica Additiva, o una Mastopessi con una protesi.
Consiste in una reazione del corpo contro la protesi, che produce un tessuto fibrotico (duro) attorno all’impianto, come una rete intorno alla protesi, che rende il seno duro e spesso deformato e doloroso.
È molto frequente?
È una complicanza a lungo termine e può colpire il 2% -3% dei portatori di impianti secondo studi di follow-up, sebbene questi studi tengano conto anche dei pazienti che indossano protesi per cancro al seno, e in cui il rischio è molto più alto.
È pericoloso per la salute?
La contrattura capsulare non è un problema serio da un punto di vista medico. Non è nota una relazione con la degenerazione a patologie più gravi, come cancro o infezioni gravi, ma nel suo grado massimo produce un’evidente deformazione del torace e una mammella dolorante, che possono interferire con la vita quotidiana oltre a produrre un significativo effetto estetico negativo.
Perché si verifica la contrattura capsulare?
Esistono varie teorie sulla formazione della contrattura capsulare, ma è molto probabile che si tratti di un problema multifattoriale, cioè ci sono diversi fattori che insieme possono generare una contrattura capsulare.
C’è un fattore genetico, cioè ci sono donne che tendono a sviluppare una contrattura capsulare e altre no, da una risposta specifica del sistema immunitario (il corpo stesso “attacca” l’impianto perché lo percepisce come estraneo).
In secondo luogo, si ipotizza una possibile infezione subclinica, vale a dire che al momento dell’operazione, alcuni batteri rimangano aggrappati all’impianto o nelle sue vicinanze, e, senza generare un quadro di infezione vi è la creazione di questa capsula periprotesica, nel tentativo da parte dell’organismo di isolare questi agenti infettivi dal resto del corpo. Secondo gli ultimi studi, sembra che l’infezione possa essere un fattore che aumenta il rischio di contrattura, ma non la causa, tanto meno l’unica.
Fattori di rischio per lo sviluppo di una contrattura capsulare
Tipo di protesi:
A seconda della trama, della copertura, del produttore, della presenza o meno di poliuretano o anche se si tratta di silicone o soluzione salina, il tasso di contrattura capsulare può essere diverso. Le protesi al silicone sembrano essere associate a un minor rischio di contrattura capsulare rispetto alle protesi saline. (Noi usiamo solo protesi di Silicone Biocompatibile).
D’altra parte, anche la testurizzazione dell’impianto (se sono ruvide o lisce) è stato stabilito che le protesi lisce hanno un rischio molto più elevato rispetto alle protesi testurizzate (Noi usiamo solo protesi nano o microtesturizzate),
Posizionamento dell’impianto:
Posizionare l’impianto al di sotto del muscolo comporta, come abbiamo detto, un minor rischio di contrattura capsulare.
Posizionamento dell’incisione:
L’incisione dell’areola comporta un rischio maggiore rispetto all’incisione sottomammaria (sotto). Approssimativamente il rischio è quasi doppio, nel caso di eseguire l’operazione attraverso l’areola.
Complicanze postoperatorie:
La formazione di un ematoma (accumulo di sangue) o di un sieroma (accumulo di liquido infiammatorio), così come l’estrusione dell’impianto (apertura della ferita e comunicazione dell’impianto con l’esterno, sono tutti fattori che si associano ad un aumento del rischio di sviluppare contrattura capsulare in futuro.
Massaggi toracici postoperatori:
I massaggi al seno post-operatori sono controproducenti.
Come EVITARE di sviluppare una contrattura capsulare?
Tecnica chirurgica accurata (evitando anche il minimo sanguinamento)
Utilizzo di impianti testurizzati di altissima qualità.
Approccio sottomammario (incisione nel solco) quando possibile (in alcuni casi di mammelle tuberose o con caratteristiche particolari sarà consigliabile utilizzare l’areola).
Posizione dell’impianto nella tasca sottomuscolare (sotto il muscolo pettorale).
Tecnica “No-touch”: in cui l’impianto viene posizionato all’interno senza toccare le Protesi. (Noi infatti utilizziamo Hydrocone per posizionare le Protesi senza Toccarle).
I massaggi postoperatori sono vietati.
Non utilizziamo drenaggi nella maggior parte dei nostri pazienti: i drenaggi sono stati associati a un tasso di infezione più elevato e nelle nostre mani non sono necessari, avendo eseguito una tecnica chirurgica adeguata.
Come risolvere una contrattura capsulare?
In fase iniziale, ecco perché sono molto importanti i controlli postoperatori, vi sono farmaci che riescono a far regredire la contrattura capsulare.
Quando la contrattura capsulare si è già stabilita, il suo trattamento consiste nel rimuovere la capsula (capsulectomia) e l’impianto e nel posizionarne uno nuovo. Non si deve mai lasciare lo stesso impianto che causa il problema e, ove possibile, utilizzeremo impianti con copertura in poliuretano, il piano sottomuscolare, se non fosse già stato utilizzato.